Respiriamo Arte

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Nel 1477, senza intenti competitivi, ma solo “per honore e stato di essa Maestà della Repubblica della città di Napoli”, venne ufficialmente istituita l’arte della seta, con la quale la svolta data alla manifattura serica napoletana, e meridionale, era radicale e a tratti rivoluzionaria. La lavorazione della seta venne incentrata a Napoli, “il solo centro del regno, oltre Catanzaro, presso il quale sarebbe stato possibile svolgere quest’attività”.

I ragazzi dell’Associazione Respiriamo Arte hanno riportato alla luce un volto di Napoli per troppo tempo dimenticato: quello d’importante centro di produzione e lavorazione della seta, settore trainante dell’economia del regno dalla seconda metà del XVI secolo fino al XVIII. L’importanza, il potere e la ricchezza che raggiunse la Corporazione dell’Arte della Seta fu espressa e resa tangibile nella realizzazione della Chiesa della Seta ovvero del Complesso dei SS. Filippo e Giacomo. Questa grandezza, così come l’atmosfera e gli intenti di quella produzione serica si possono ancora Respirare in questi luoghi grazie a un percorso di visita guidata esclusiva realizzato dall’Associazione che ripercorrendo la storia della Nobile Arte descrive al visitatore le opere d’arte che alcuni tra i più importanti marmorari, scultori, pittori e maestri intagliatori del settecento napoletano realizzarono per la chiesa. Agli affreschi, infatti, alle decorazioni marmoree, agli altari e agli arredi sacri lavorarono artisti del calibro di Alessio D’Elia, Jacopo Cestaro, Giacomo Massotti, i fratelli Massa, Giuseppe Sammartino. Costoro parteciparono al rifacimento della Chiesa compiuto nel 1758 con cui acquisì l’aspetto attuale tipico del barocco napoletano.

Il tour parte proprio dalla Chiesa, e permette di visitare aree normalmente inaccessibili al pubblico quali: la zona degli affreschi di fine ‘500 testimonianza della primissima cappella della seta dei SS. Filippo e Giacomo; la Sagrestia Settecentesca che custodisce le opere dei maestri intagliatori di legno del ‘700 napoletano ed esempi di arte serica seicentesca realizzati dalla corporazione. Si prosegue accedendo da una botola in bronzo finemente lavorata alla suggestiva cripta luogo di sepoltura dei corporati della seta; infine dal cortile interno si raggiungono i resti archeologici in cui è possibile osservare testimonianze della Napoli cinquecentesca e romana.
Una visita guidata esclusiva che celebra i luoghi della seta restituiti al pubblico dall’Associazione Respiriamo Arte per custodire quella Napoli descritta nelle fonti come: “ Brulicante di filatoi, botteghe di setaioli, tinte, tessitorie, fondaci di mercanti, di numerosissime presenze di stranieri, di attività finanziarie e commerciali collegate al commercio e alla lavorazione di stoffe e di altri prodotti in seta”.

Le origini

Fondata dai Cumani nell’VIII secolo a.C., fu tra le città più importanti della Magna Græcia[5][6], grazie al rapporto privilegiato con Atene[7], ed esercitò una notevole influenza commerciale, culturale e religiosa sulle popolazioni italiche circostanti[8] tanto da diventare sede della scuola epicurea di Filodemo di Gadara e Sirone. Dopo il crollo dell’Impero romano, nell’VIII secolo la città formò un ducato autonomo indipendente dall’Impero bizantino; in seguito, dal XIII secolo e per circa seicento anni, fu capitale del Regno di Napoli; con la Restaurazione divenne capitale del Regno delle Due Sicilie sotto i Borbonefino all’Unità d’Italia. Per motivi culturali, politici, storici e sociali è stata, dall’evo antico sino ai giorni nostri, una delle città cardine d’Occidente.[9]

Sede della Federico II, la più antica università statale d’Europa,[10] ospita altresì l’Orientale, la più antica università di studi sinologici ed orientalistici del continente[11] e la Nunziatella, una delle più antiche accademie militari al mondo, eletta patrimonio storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo da parte dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo.[12] Luogo d’origine della lingua napoletana, ha esercitato ed esercita un forte ruolo in numerosi campi del sapere, della cultura e dell’immaginario collettivo a livello nazionale ed internazionale.

Centro della filosofia naturalistica del rinascimento[13] e centro illuminista di livello europeo[14], è stata a lungo un punto di riferimento globale per la musica classica e l’operaattraverso la scuola musicale napoletana[15], dando tra l’altro origine all’opera buffa.[16]

Città dall’imponente tradizione nel campo delle arti figurative, che affonda le proprie radici nell’età classica, ha dato luogo a movimenti architettonici e pittorici originali, quali il rinascimento napoletano[17][18] e il barocco napoletano,[19] il caravaggismo,[20] la scuola di Posillipo[21] ed il Liberty napoletano,[22] nonché ad arti minori ma di rilevanza internazionale, quali la porcellana di Capodimonte[23] ed il presepe napoletano.[24]

È all’origine di una forma distintiva di teatro,[25] di una canzone di fama mondiale[26] e di una peculiare tradizione culinaria[27] che comprende alimenti che assumono il ruolo di icone globali, come la pizza napoletana,[28] la quale è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio immateriale dell’umanità.[29]

Il centro storico di Napoli, il più vasto d’Europa, nel 1995 è stato riconosciuto dall’UNESCOcome patrimonio mondiale dell’umanità.[30] Nel 1997 l’apparato vulcanico SommaVesuvio è stato eletto dalla stessa agenzia internazionale (con il vicino Miglio d’Oro, in cui ricadono anche i quartieri orientali della città) tra le riserve mondiali della biosfera.